Etta
era verde con le zampette rosse e qualche sfumatura di azzurro quà e
là.
Etta
era pigra e se ne stava tutto il giorno a sonnecchiare all'ombra di
un sasso vicino allo stagno. Ogni tanto si svegliava, si tuffava
nell'acqua per rinfrescarsi un pò e poi tornava ad asciugarsi al
sole.
La
mamma di Etta era molto preoccupata perchè la figlia non aveva altro
interesse che dormire e non si curava di imparare ad arrangiarsi.
"Se andrai avanti così rimarrai sempre una nullafacente e nessun
ranocchio ti vorrà sposare" le diceva "Etta devi darti da fare
altrimenti penseranno che non sei una brava ranocchia e rimarrai
zitella!"
Etta si lamentò: - Ma mamma io sono solo annoiata, non voglio nessun
ranocchio da sposare. Io voglio partire alla scoperta del mondo per
vedere cosa c'è oltre questo stagno. Non voglio passare la mia vita
accudendo piccoli girini stupidi senza sapere cosa succede in fondo
al prato"
"Bene allora vai a scoprire il mondo", le disse la madre sperando che
quel viaggio le portasse un po' di sale in zucca.
Saltellò
allegramente finchè non sentì uno strano rumore. “ zzzzzz zzzzzz
zzzzz zzzzz”
Era
uno sciame d'api che si dirigeva verso un campo pieno di fiori.
"Andiamo a raccogliere il nettare dai fiori" , le disse e Etta decise
di seguirle. Vide le piccole api lavorare tutte insieme per
raccogliere più nettare possibile e trasportarlo al proprio alveare
per fare il miele, per nutrire l'ape regina e le api appena nate.
"Noi siamo una famiglia e ci aiutiamo!", le spiegò la piccola ape.
Etta
imparò il valore della famiglia, dello stare insieme per essere più
forti e dell' aiutarsi l'un l'altro.
Sorrise
alla piccola ape e se ne andò.
Poco
più in là vide un verme che strisciava nel terreno. Quale pranzetto
succulento!
Gli
saltellò dietro ma quando stava per acchiapparlo il verme sparì in
un buco nel terreno.
Triste
ed affamata, Etta si girò e andò via in cerca di qualche moscerino
per placare la fame.
Mentre
passava per un sentiero, vide sul terriccio una strana scia
biancastra e, incuriosita, decise di seguirla.
Si
accorse che svoltava dietro ad un tronco d'albero e si trovò di
fronte uno strano animale simile ad un verme corto e cicciotto che
portava uno strano guscio sulle spalle.
"Ciiiaaooo iooo sooonoo il Signooor Luuummmaacaa e queeestaaa è laaa
miiiaaa caaasaaa", le disse lo strano animale.
“Peeeer
noooon peeerdeeermiiii! Seeenzaaa miii seeentooo nuuudooo!”
“Ah”, rispose Etta e imparò dal signor Lumaca l'importanza di sentirsi a
casa e il suo calore.
Etta rimase un po' a chiacchierare con il signor Lumaca ma il suo parlare
biascicato la fece addormentare e quando si risvegliò il suo nuovo
amico non c'era più.
Sempre
più affamata si rimise in cammino e per fortuna trovò una colonia
di formiche con le quali fare merenda.
Rinvigorita
dalla dormitina e dal lauto pasto riprese il suo viaggio.
Cominciava
a capire cosa intendesse la sua mamma quando parlava di mettere su
famiglia.
Parlare
con il signor Lumaca così affezionato alla sua casa e con la piccola
ape che si dava tanto da fare per il bene del suo alveare le aveva
insegnato che stare tutto il giorno a poltrire non faceva bene né a
lei e nemmeno alla sua famiglia.

“Come
sei bella!” le disse
“Bella
io? Ma ti sei vista tu che hai dei colori bellissimi: verde come
l'erba giovane nei prati, rosso come i petali dei papaveri e azzurro
come il cielo d'agosto. Tu sei più bella di me. Da dove vieni?” le
domandò la farfalla.
“Io
vengo dallo stagno, sto girando il mondo e tu, invece che cosa fai?”
“Io
vivrò solo un giorno come tutte le farfalle e quindi cerco di fare
tutto quello che mi piace, volo e mi godo questa meravigliosa
giornata!”
Etta rimase molto colpita da ciò che le disse la farfalla e imparò
l'importanza della vita. Capì che poltrire tutto il giorno era un
grande spreco di tempo, che la vita va vissuta e che per essere
felici bisogna imparare ad accettare tutto quello che la vita ci da
che sia uno o cento giorni. Bisogna amare la famiglia e chi ci sta
accanto e bisogna sempre portare un po' di casa dentro sé ovunque si
va.
Tornò
dalla mamma felice.
Non
so dirvi se si sposò o ebbe dei girini ma di certo non passò più
le giornate a dormire tutto il giorno.
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