Tommy era il mio cane, un dolcissimo meticcio tutto bianco, bianco come la neve. In tutto quel bianco spiccavano solo due occhioni neri, vispi e dolci, il nasone nero e le zampe rosa.
Era un cagnolino intelligente e molto affezionato a noi padroni e ricambiava il nostro affetto con mille coccole e scodinzolii.
Ecco approposito di scodinzolii..non posso non parlare di Tommy senza raccontarvi della sua coda, perché era la parte più interessante.
Bastava toccargli la coda e Tommy iniziava a girare in tondo, rincorrendola e cercando di acchiapparla.
Era così divertente e sembrava una cosa davvero originale, nessuno sapeva perché lo facesse.
Era assurdo e allo stesso tempo molto tenero. Chissà cosa credeva. Io immaginavo che da piccolo la mamma o qualche suo fratellino gli tirassero la codina e gli fosse rimasto questo strano ma dolce ricordo nella mente.
Oppure poteva essere un modo simpatico per farsi notare, avvertiva l'allegria intorno a sé quando lo faceva e questo lo aveva convinto che fosse una cosa bella.
Ed è per questo che il nostro Tommy diventò per tutta la via e il quartiere "Tommy il cagnolino girotondo".
Ebbene, ora che Tommy è diventato simpatico e familiare anche a voi posso raccontarvi la sua coraggiosa avventura.
Un giorno Tommy passeggiava per il giardino annusando tutto intorno per individuare possibili prede per i suoi giochi: un topo o il gatto di qualche vicino da rincorrere.
Aveva da poco piovuto e gli odori erano celati dall'umidità e dalla terra bagnata. Però nell'aria c'era un odore particolare, acre e pesante. Non sapeva cosa fosse ma lo percepiva come qualcosa di pericoloso.
Così un po' per curiosità e un po' per temerarietà cominciò a raspare in un punto dell'orto dove la rete non era interrata e bastava scavare un pochino per creare una via di fuga, per andare all'inseguimento del misterioso odore.
Era l'ora del pisolino dei padroni e io ero ancora a scuola e Tommy sapeva che per almeno due ore nessuno si sarebbe accorto della sua assenza.

Arrivò al cancello di fronte dove abitava la nonna Enrica. Era da lì che arrivava quell'odoraccio funesto. Superare quel cancello era semplicissimo per lui perché aveva le barre così larghe che il piccolo Tommy poteva intrufolarsi senza problemi. Il cane che viveva in quella casa invece non poteva passare perché era un grande e vecchio San Bernardo, il caro e vecchio Bernie.
"Bau bau", chiamò Tommy ma non ottenne risposta. Corse alla cuccia di Bernie e ciò che vide lo spaventò: la cuccia di Bernie aveva preso fuoco e il povero cagnolone era imprigionato nel recinto perché i suoi padroni non erano nella villa e per sicurezza lo rinchiudevano.
"Cosa faccio? Cosa faccio?", si disperava il piccolo Tommy quando all'improvviso arrivò il lampo di genio.

Bernie lo accontentò e Tommy iniziò a girare in tondo sempre più forte, entrò in una pozzanghera e sparò tutta l'acqua sul rogo innaffiando anche il povero Bernie. Poi entrò in un'altra pozzanghera e imprigionò tutta l'acqua in un mulinello che indirizzò sulla cuccia di Bernie. Un mare di acqua e di fango che ricoprì e spense il fuoco. Tommy era una potentissima centrifuga che assorbiva acqua e la sputava sulla calda minaccia.
Il fumo saliva ancora in cielo quando mentre molti animali della zona accorrevano ad aiutare Tommy e Bernie. In pochissimo tempo il fuoco fu sventato.

Da quel giorno Tommy acquistò un nuovo soprannome. Per gli umani rimase "il cagnolino girotondo", ma per tutti gli animali del quartiere diventò "il cagnolino antincendio".
Caro Tommy ora lo so non ti rincorrevi la coda per farci divertire ma faceva parte del tuo addestramento come cane antincendio!
Un Cuore nel Sole
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