sabato 23 maggio 2015

La Casa di Ugo

Sono anni che cerchiamo una casa: una villetta con un po' di giardino perché ora viviamo in un appartamento, comodo, grande, vicino al lavoro ma la voglia di indipendenza si fa comunque sentire.

Così ogni volta che spunta qualche annuncio interessante io e mio marito andiamo in visita.
E' proprio in una di queste uscite che incontrai Ugo.

L'agente immobiliare ci aspettava già davanti alla casa, gongolava  perché stavolta la casa era davvero bella. Ampia, con un bellissimo giardino sul davanti un garage nel retro, raggiungibile dal fianco della casa. Viva e rigogliosa, come piace a me.

Entrammo in casa e la vecchiaia mi assalì. Un lungo, ampio e tetro corridoio spezzava in due la casa tuffandosi nel bagno. A destra due camere, a sinistra cucina e salotto.


Eravamo in casa da pochi minuti quando apparve un signore curvo con il viso dolce, veniva sù dalla cantina e ci salutò con una voce bassissima, timido. Stivali di gomma verde marcio e mani da lavoratore. Capiì che era il proprietario. Quando uscì, l'agente immobiliare ci confermò che era il venditore; la moglie era morta poco tempo prima e lui vendeva la casa per andare a stare con i figli.

Entrai nel soggiorno semiarredato e vidi i segni di una vita di sacrifici:un mobile vecchissimo e un divano liso, la fotografia della moglie da giovane sul ripiano alto della credenza, una di quelle foto in bianco e nero che regalano nostalgia. 
La sfiorai senza farmi vedere e la salutai.

Usciì in giardino.
Ugo era ancora lì, stava potando le rose, le sue rose.
Mi avvicinai, lo salutai e gli domandai come stava. 
Lui non se l'aspettava, mi sorrise e mi rispose: "Meglio!"...in sospeso  mesi di lacrime e di rassegnazione.

"Sono molto belle le sue rose, che tipo sono?", domandai.
"Amber Flush"
Non le avevo mai sentite, però il colore era meraviglioso e il profumo ancora di più.
Le sue mani bianche e grinzose accarezzavano i rami, spostandoli per controllare che tutto fosse a posto. La cura che metteva nelle sue rose mi faceva capire che era un uomo attento, scrupoloso e gentile.
"Mi scusi, forse la sto disturbando...", esitai, non trovando più molto da dire.
Invece lui mi rassicurò: "No, non si preoccupi. Sa vengo qui ogni giorno a vedere la casa e a trovare le mie rose, le annaffio perché hanno bisogno di tanta umidità. La mattina di qui c'è il sole e al pomeriggio ombra, la soluzione migliore per la buona crescita e infatti vede le rose della mia Maurina come sono belle.." e gli si spezzò la voce e non c'era più nulla da dire.
"Le rose di sua moglie sono bellissime!", commentai "Hanno un colore così vivace e soffice e un profumo delicato e dolce, la sua Maurina ha scelto delle rose bellissime. Anche la mia nonna amava le rose ed era una donna meravigliosa."

Mi girò le spalle, colse una rosa, con un gesto secco del forbicione spinò il gambo e me la porse. "Se acquisterà questa casa, abbia cura delle sue rose!", mi ordinò e il suo sorriso era la più bella speranza che questa giornata potesse darmi..


Le persone che amano le rose sono meravigliose, perché sanno cogliere la bellezza difendendosi dalle sue spine. E se per errore si pungono sono subito pronte a succhiare via la spina con sapienza. In fondo la vita è una dolce, delicata, profumata a pericolosa rosa.


Un Cuore nel Sole




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